La serie delle lettere commerciali è tra le più antiche dell’archivio e la più completa in assoluto; costituisce, sia il carteggio comune sia quello specializzato, una fonte preziosa per una molteplicità di ricerche: sulla diffusione dei prodotti, sulle condizioni politiche, economiche, sociali, culturali, militari di numerosi Stati, sull’organizzazione delle comunicazioni postali e i tempi di percorrenza delle lettere. Nel verso delle lettere, difatti, sono registrati, a cura della Fabbrica, il nome del mittente e della località di partenza, la data di partenza, quella di arrivo e quella di risposta.
Le lettere sono essenziali per conoscere la vita della fabbrica: si possono studiare la struttura commerciale della ditta e l’organizzazione, ad essa funzionale, dell’archivio. Scrivevano infatti singole persone anche per ordinazioni di modesta entità, ma scrivevano pure società commerciali dalle piazze più disparate, riferendo sulle condizioni del mercato, sull’andamento delle vendite e sulle contraffazioni, e i fornitori di materie prime, soprattutto zucchero e marasche. Taluni corrispondenti di fiducia procuravano anche i macchinari necessari al funzionamento della fabbrica e gli oggetti del vivere quotidiano per la famiglia (dai cappellini di Giuseppina Salghetti-Drioli al pianoforte, alla terraglia domestica, ai materiali da costruzione). I costanti e intensi rapporti tra la fabbrica e taluni corrispondenti consentivano di appoggiare reciprocamente debiti e crediti verso terzi. Al rapporto commerciale in senso stretto si connetteva un rapporto di natura finanziaria. Questo aspetto, che emerge in tutta evidenza dalle lettere commerciali, merita di essere richiamato e sottolineato perché genera una serie di rinvii di tipo archivistico tra le varie serie in cui si articola l’archivio. Le lettere in arrivo, che si intrecciano con quelle in partenza registrate sui copialettere, illustrano nel suo fluire quotidiano l’attività della fabbrica, che si ritrova fissata nei registri contabili.