Francesco, primogenito di Simeone, affiancò il padre, spesso assente, nella conduzione della fabbrica e si trovò a gestire l’impresa in un periodo di radicali cambiamenti non solo per la Dalmazia: la caduta dell'Impero austro-ungarico in seguito alla prima guerra mondiale, il passaggio al'Italia, l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale. Per tutta la sua vita, fino al giorno della sua morte, conobbe gli ultimi travagliati tempi della dominazione austriaca, la grande guerra, l’agognato passaggio sotto la sovranità italiana, ma della sola enclave zaratina, l’avvento del fascismo: liberalnazionale, di schietti sentimenti italiani, corrispondente a Zara del senatore Alberto Bergamini, collaboratore discreto dell’avvocato Roberto Ghiglianovich, capo del partito italiano della Dalmazia e poi senatore del Regno, avverso al fascismo per la sua componente illiberale troppo lontana dalle tradizioni della famiglia, fiduciario della Lega Navale. La fabbrica, a partire dal 22 aprile 1921, fu trasformata in società anonima, veste giuridica che mantenne fino al 16 dicembre 1934, dopo di che ritornò in piena ed esclusiva proprietà di Francesco. Sposò Maddalena Persicalli, dalla quale nacquero Emma, Margherita, Vittorio, Anita, Italo.