Amatissima signora madre, non manco, cara mama, alla promessa che le ho fatta di scriverle in altro incontro e voglio che questa mia lettera le sia di altrettanto conforto quanto fu il cordoglio da lei provato nello scrivermi i suoi giusti risentimenti. So purtroppo di averle tante volte promesso di darle quella consolazione che merita col diportarmi bene in tutti i rapporti nel luogo di educazione in cui con tanto suo pensiero mi mantiene. A ciò conosco di avere sempre mancato, ma questa volta le dico con asseveranza e m’impegno di riparare alle mie distrazioni passate col mettermi davvero ad istudiare com’è mio dovere ed anche per iscansare le sue correzioni ed i gastighi che ho fino a qui meritato; e tanto più devo farlo quanto sono, la Dio grazie, rimesso in salute, sicché da ora in poi avrà sempre più migliori nuove di me e le si accrescerà maggiormente la sua allegrezza e quella pure del papà, che prego lei riverirmi ed accertarlo di questi miei sinceri sentimenti. Le persone tutte di mia conoscenza, ed in particolare i signori miei precettori, mi commettono riverirla ed io con tutto il mio rispetto mi raffermo
Padova, 13 novembre 1819
di lei suo affettuosissimo obbligatissimo figlio Francesco
Nel verso: All’ornatissima signora la signora Giuseppina Salghetti-Drioli Zara