Amatissimo signor padre, è stata determinazione della mama e del signor zio di traslocarmi da quella in cui mi trovava in un’altra casa di educazione.
Questa casa è situata dietro duomo di Padova e li direttori e maestri sono due zii e tre fratelli Contri, tutti sacerdoti, occupati da molti anni nell’erudire alcuni giovanetti i quali sono tutti convittori.
Io fra questi ne ravviso della mia età e sono risoluto di emularli nella buona condotta e nella applicazione a quegli studi che formarono la base alla educazione letteraria e scientifica, per cui mi trovo io lontano dalla patria e dal seno degli amorosi miei genitori.
Procurerò di raddolcire l’amarezza del distacco col far loro avere consolanti notizie de’ miei progressi, siccome io spero di essere di tutto in tutto ragguagliato colla loro salute, per cui costante prosperità non mancherò di alzar al cielo divote e frequenti le mie preghiere.
Caro papà, accolga frattanto questi candidi sentimenti del mio cuore e mi conceda l’affettuoso abbracciamento che le indirizzo col riverente bacio della mano nell’atto di protestarmi
suo obbligatissimo affettuosissimo figlio Francesco
Padova, li 17 giugno 1819
Nel verso: All’ornatissimo signore il signor Giuseppe Salghetti Zara