In effetti, il 5 gennaio 1921, Francesco aveva scritto al padre: «Sono lieto di parteciparti che in seguito alle mie ricerche mi è riuscito finalmente di trovare delle ditte solide di Ancona per il nostro affare. Io proporrei loro di formare una società anonima di cui sarei promotore. Da te verrebbero acquistate le merci, gli attrezzi e utensili dietro stima. Tu già avevi fissato di disserrare ogni cosa causa le fatali conseguenze della guerra per cui saremo tributari per le materie prime (marasche) di uno stato nemico, cioè alla Jugoslavia perciò per favorirmi dopo ben 27 anni di assiduo lavoro nella tua industria spero che mi concederai di servirmi del nome di Francesco Drioli in avvenire».